+39 0543 370688

SERVIZI FISCALI

Servizi di consulenza del lavoro, fiscale e tributaria

Forfettari

IL REGIME FORFETTARIO. COME FUNZIONA?

Oggi il regime forfettario per le partite Iva è l’unica forma di agevolazione in vigore e prevede, oltre ad una tassazione di vantaggio, importanti semplificazioni ai fini Iva e ai fini contabili e la riduzione dei contributi previdenziali.


Possono accedere al regime forfettario non soltanto i contribuenti che decidono di avviare una nuova attività imprenditoriale, ma anche i soggetti già costituiti, che rispettino i requisiti previsti per legge. La tassazione di vantaggio per i contribuenti titolari di partita Iva in regime forfettario si calcola prendendo come riferimento l’attività esercitata e il coefficiente di redditività stabilito dalla normativa.

Al reddito forfettario, determinato in base all’attività esercitata (individuata tramite specifico codice ATECO), si dovrà applicare l’aliquota del 15% ovvero del 5% per le start up (per i primi 5 anni).

Per poter aderire al regime forfettario è necessario rispettare i seguenti requisiti:

  • limite di ricavi/compensi tra 25.000 euro e 50.000 euro in base all’attività svolta;
  • spese per lavoro dipendente e assimilati non superiori a 5.000 euro lordi;
  • beni strumentali di costo non superiore a 20.000 euro.
  • i redditi da lavoro dipendente e assimilato non superano i 30.000,00 euro lordi l’anno (la verifica deve essere fatta con riferimento all’anno precedente).

Per i contribuenti che esercitano più attività si ricorda che ai fini del calcolo dei limiti per l’accesso o la permanenza nel regime forfettario, bisognerà considerare il limite più alto tra quelli fissati per ciascuna attività.

Facciamo un esempio: Gessyca vuole aprire un piccolo bar (attività rientrante nel settore ristorazione) ed il primo anno incassa € 45.000. Su tale fatturato andrà a pagare imposta e contributi, così determinati:

€ 45.000 x 40%= 18.000 € (utile)

€ 18.000 x 5% (in quanto trattasi di start up) = € 900 imposta da versare all’agenzia delle entrate con F24

€ 18.000 – € 15.710 – minimale INPS= € 2.290 x 24,09% = € 552 – contributi INPS da versare alla gestione commercianti sul reddito eccedente il minimale. Tali contributi si aggiungono a quelli fissi, gestione commercianti, ammontanti per il 2018 ad € 3.792.
Quindi Gessyca pagherà, per il 2018, € 900 imposta, oltre i contributi previdenziali (€ 3.792 + € 552) per un totale di € 5.244.

Ma quali sono i vantaggi?

Ecco un elenco dei principali vantaggi previsti per i contribuenti che decidono di aprire una partita IVA nel regime forfettario nel 2018, oltre ad una tassazione ridotta:

  • esonero dalla tenuta delle scritture contabili, sia ai fini IVA che reddituali (l’unico obbligo rimane la numerazione e conservazione delle fatture attive e dei corrispettivi);
  • non assoggettamento ad IVA delle operazioni attive e indetraibilità dell’IVA sugli acquisti con conseguente esonero dalle liquidazioni/versamenti periodici IVA, dalla dichiarazione annuale e dagli altri adempimenti fiscali periodici (Intra e black list);
  • non assoggettamento a ritenuta alla fonte a titolo d’acconto;
  • non assunzione della qualifica di sostituto d’imposta (il soggetto forfettario non opera ritenute alla fonte);
  • esclusione dall’IRAP e dagli studi di settore/parametri;
  • possibilità di sostenere spese per l’impiego di lavoratori non superiori a € 5.000 lordi annui;
  • introduzione, con esclusivo riferimento alle imprese, di un regime agevolato anche ai fini dei contributi INPS.
  • nessun obbligo in termini di emissione di fattura elettronica (permane l’obbligo invece per le fatture ricevute).

È stato presentato in Parlamento il testo della Legge di Bilancio 2019, che entro fine novembre dovrebbe essere reso definitivo con eventuali modifiche. Nella finanziaria per il 2019 è previsto un innalzamento del limite dei ricavi per il regime forfettario a 65.000 € per tutti i Codici di attività.

Inoltre nel testo è stata inserita la possibilità di accedere al Regime forfettario 2019 anche per coloro che non abbiano sforato i 65.000 euro di reddito da attività autonoma nel 2018.

In tal caso anche chi avesse superato il limite previsto per il suo Codice ATECO nel 2018, avrebbe la possibilità di applicare il forfettario 2019. Viene confermata l’eliminazione sia del limite di costi sostenuti per lavoro alle proprie dipendenze e anche l’eliminazione del vincolo del valore dei beni strumentali a 20.000 euro.

Rimane, quindi, in vigore solo il requisito del limite degli incassi conseguibili a 65.000 euro.

Inoltre non può essere aperta una Partita Iva avvalendosi del Regime forfettario, quando con questa partita Iva saranno fatturate prestazioni per aziende per le quali si è stati lavoratori dipendenti nel biennio precedente.

Seguirò con attenzione l’andamento della discussione in Parlamento del Documento presentato e vi terrò aggiornati su modifiche e novità.

Richiedi maggiori informazioni o un appuntamento via e-mail o telefono.

contattaci

 

 

About Project

19 Novembre, 2018