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Giu, 2018
Addio alla quota mensile del TFR in busta paga: si ritorna alla vecchia disciplina
Il 30 giugno 2018 scade il periodo sperimentale durante il quale i lavoratori hanno potuto richiedere al datore di lavoro la liquidazione della quota mensile del trattamento di fine rapporto (TFR), sotto forma di integrazione della retribuzione mensile. La misura era stata introdotta dalla Legge di stabilità 2015. L’intento era consentire ai lavoratori dipendenti del settore privato di potere beneficiare mensilmente della quota maturanda del TFR spettante ai sensi della legge n. 297/1982.
I lavoratori che hanno optato in tal senso, a partire dal 1° luglio 2018 non riceveranno più in busta paga tale “Quota Integrativa della Retribuzione” (Quir ).
Se non ci saranno proroghe, da luglio 2018 si tornerà alla disciplina ordinaria, che prevede la possibilità di chiedere l’anticipazione del TFR solo in alcuni casi specifici e a determinate condizioni, ad esempio: acquisto prima casa e/o ristrutturazione, estinzione mutuo prima casa, sostenimento spese mediche, etc. etc…
Resta inteso che le somme accantonate per ciascun dipendente, prima della suddetta legge e quelle che matureranno dal 1° Luglio 2018 , restano in capo al datore di lavoro che dovrà destinarle al Fondo di Previdenza complementare o accantonarlo in Azienda, a seconda della scelta espressa a suo tempo da ciascun dipendente.