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Nov, 2015
“ME LI HA DATI PAPA’ ” NON E’ UNA SPIEGAZIONE SUFFICIENTE PER IL FISCO
Soldi in regalo: certificateli con una scrittura privata
Nonostante siano trascorsi diversi mesi dall’entrata in vigore della normativa legata al cosiddetto “redditometro” molti cittadini si sorprendono non poco di fronte alle contestazioni sollevate dall’Agenzia delle Entrate relative ad eventuali spese ritenute non congrue rispetto al reddito percepito.
Può capitare, ad esempio, che un genitore decida di regalare al figlio una somma consistente di denaro da spendere come meglio ritiene.
Bene, questa libertà di spesa, oggi, è di fatto molto limitata posto che l’Agenzia delle Entrate può sollevare delle contestazioni laddove riscontri uno scostamento superiore al 20% tra quanto guadagnato e quanto speso.
In particolare se il reddito mensile è di circa 700 € e si decide di spendere la somma ricevuta in regalo con un unico acquisto (ad esempio per un viaggio o un cellulare di ultima generazione) il fisco potrebbe decidere di richiedere delle spiegazioni sulla provenienza della somma. Se non si è in grado di dimostrare con ragionevole certezza la provenienza del denaro, scatta l’accertamento fiscale con ricalcolo delle imposte dovute e conseguenti sanzioni.
Per evitare, quindi, spiacevoli sorprese è bene utilizzare strumenti cosiddetti tracciabili come assegno non trasferibile o bonifico bancario che però potrebbero non essere ritenute sufficienti perché non specificano il titolo per cui tali somme vengono elargite. Oltre alla tracciabilità del pagamento, infatti, dobbiamo essere in grado di spiegare al fisco se abbiamo ricevuto la somma a titolo di regalo oppure, ad esempio, a titolo di prestito (fruttifero di interessi). L’unico modo per mettersi al sicuro da possibili contestazioni, quando le somme sono consistenti, quindi, è la sottoscrizione di una scrittura privata tra le parti avente data certa in cui si specifica la motivazione della elargizione della somma.
Avv. Catherine Scala